Gli interessi attivi e passivi rappresentano la “remunerazione” o il “guadagno” del capitale dato o preso in prestito. Essi possono essere attivi o passivi e possono derivare da rapporti di natura commerciale o da rapporti di natura finanziaria. Gli articoli 61 e 96 del T.U.I.R. (D.P.R. 917/86) dettano le regole sulla deducibilità degli interessi passivi per i soggetti IRPEF e per i soggetti IRES. Sintetizzando i primi (soggetti IRPEF) deducono gli interessi passivi sulla base del rapporto tra l’ammontare dei ricavi che concorrono a formare il reddito dell’esercizio e l’ammontare dei ricavi totali, mentre i secondi deducono gli interessi passivi al netto di quelli attivi nei limiti dell’ammontare del 30% del risultato operativo lordo (ROL), calcolato sulla base del conto economico redatto ai sensi dell’art. 2425 del codice civile senza considerare gli ammortamenti e i canoni di leasing. L’eventuale eccedenza di interessi passivi non dedotti per incapienza del Rol, l’eventuale eccedenza di interessi attivi (a partire dal 1.1.2019) e l’eventuale eccedenza di Rol in un determinato esercizio possono essere riportati/utilizzati in esercizi successivi.
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